Come promesso, ecco un altro episodio di Darla
& Daniel.
Prendete fiato perché è un episodio lungo 😉
Buona lettura!
- Capitolo 16 -
Cal non vedeva l’ora di entrare in azione. Si
sentiva messo in disparte negli ultimi tempi a causa di Daniel. Darla aveva
avuto solo occhi per lui. Tuttavia non poteva lasciare la sua padroncina in
quella inquietudine, e poi aveva un conto in sospeso con Samanta.
Conosceva il piano appena era nato nella testa
di Darla, e nonostante fosse per lui pericoloso, non l’avrebbe mai abbandonata.
Lo scambio doveva avvenire in un capannone
abbandonato ai confini della città, in piena campagna. Andarono nel luogo
prestabilito con un’ora di ritardo, senza il vero pugnale ma con una copia
quasi fedele. L’aveva realizzata suo padre, e avrebbe ingannato chiunque.
Darla entrò nel capannone con circospezione,
temendo un assalto nel buio.
Vide Daniel seduto per terra con le mani
legate dietro alla schiena e un bavaglio in bocca come il morso di un cavallo. Il
suo sguardo non era affatto spaventato ma piuttosto pronto alla battaglia.
Darla non riusciva ad immaginare cosa avrebbe potuto fare se avesse avuto le
mani slegate in quel momento.
“Allora ti interessa questo bamboccio!”. Il
duello aveva avuto inizio senza tanti preamboli.
“Non ci scommetterei troppo Samanta”. L’idea
di Darla era quella di prendere più tempo possibile, tramite una serie di
provocazioni e di stupidaggini. In fondo erano già le 22, doveva temporeggiare
altre due ore.
“E allora cosa ci fai qui?”
“Sono venuta per tentare di convincerti a non
commettere altre cazzate. La tua posizione non è delle migliori: sevizie su
animali, sequestro di persona e cos’altro ancora?”
“Dammi il pugnale e non succederà nient’altro.
Dipende tutto da te Darla, sei tu la causa di tutto ciò!”
“Dimenticavo: tentato furto, violazione di
proprietà privata … ”
“Piantala Darla e dammi il pugnale! Ora.”
“Altrimenti?”
Samanta fece qualche passo nella sua direzione
fissandola negli occhi con aria di sfida. Il luccichio della pupilla rivelava tutta
la sua crudeltà, la stessa che si era attivata quando aveva aggredito Cal, ben
nascosto dietro un palo di legno. Daniel era ora isolato. Senza farsi notare
stava cercando di sciogliere i nodi alle mani, con piccoli movimenti rotatori. Quando
sentì una leggera pressione sulle corde, pensò di essere stato scoperto da una
del gruppo, ma l’umidità di un piccolo naso gli rivelò la presenza di Cal.
Si sentì immediatamente più sollevato nell’apprendere
che Darla non era da sola ad affrontare quella sfida.
Con le unghie e qualche morso, Cal riuscì a
liberare Daniel che saggiamente finse di essere ancora legato ed impedito per
non far nascere alcun sospetto.
“So essere molto persuasiva” le disse Samanta
rivolgendo lo sguardo in direzione di Daniel.
“Temo che ti servirà molto di più della
persuasione”.
“Ho le mie risorse” risposte mostrandole una
piccola fiala con dentro del liquido, probabilmente un veleno istantaneo.
“Accomodati, se riesci a farglielo bere!”
Sfruttando il fattore sorpresa Daniel scattò in
piedi e mise un braccio intorno al collo di Samanta bloccandole l’avambraccio
dietro la schiena. La fiala rovinò a terra e andò in frantumi.
Le due complici scattarono in soccorso della
loro leader. Una aveva una catena tra le mani e la faceva roteare
minacciosamente, e l’altra aveva un arco pronto a scoccare una freccia.
“Vedo che siete ben attrezzate” riuscì
spiritosamente a dire Daniel.
Successe tutto in pochi istanti. Cal balzò sulla
nuca della ragazza con l’arco, e le graffiò tutto il viso con vibrante soddisfazione.
La ragazza reagì buttando il capo all’indietro e la freccia scoccò in direzione
del soffitto, e subito dopo gettò l’arco a terra nel vano tentativo di
liberarsi del felino che aveva irrimediabilmente compromesso i suoi occhi.
Daniel, con una tecnica imparata dal fratello
maggiore arruolato nel corpo speciale dei Marines, fece una leggera pressione
sul collo di Samanta che cadde svenuta a terra.
Darla neutralizzò l’altra ragazza lanciando il
conteso pugnale, che le squarciò la mano fino a recidere il tendine, facendo cadere
a terra la catena. Completò l’opera bloccandole le braccia dietro la schiena
con delle manette.
“E a queste dovrai abituarti” sentenziò.
Darla richiamò a sé Cal che aveva reso ormai cieca
la sua vittima. Nonostante il conflitto, Darla le prestò soccorso e chiamò un’ambulanza.
Poco dopo arrivarono suo padre e Zia Harriet
con i rinforzi. La Polizia scortò le ragazze al pronto soccorso prima di
schedarle e metterle in cella agli arresti.
Il pugnale fu sequestrato e catalogato come
prova d’accusa a carico delle indagate. Darla e Daniel rilasciarono le loro dichiarazioni
testimoniali ben consapevoli che sarebbero stati chiamati a deporre su tutta la
vicenda in Tribunale.
Mancavano quindici minuti a mezzanotte quando salirono
sulla macchina per far ritorno a casa.
“Dobbiamo sbrigarci Darla! Devi prendere
possesso del pugnale, altrimenti sarà stato tutto invano”
“Sì lo so papà, ma sei tu alla guida della
macchina, quindi dacci dentro con l’acceleratore!”
“Con piacere tesoro!”
Darla prese la mano di Daniel, e la strinse
forte. “Quando arriviamo a casa, devo dirti una cosa” le sussurrò.
“Lo avevo intuito” disse lui con ironia.
“Okay, ma prometti di ascoltare tutta la
storia prima di fuggire a gambe elevate?”
“Promesso”
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Oh, bene!!!!! Le tre str....uzzette sono sistemate!
RispondiEliminaOra dobbiamo solo scoprire cosa deve dire Darla... sem're più interessante, Marina!
Sistemate per il momento :D
EliminaSamantha se l'è cavata troppo all'acqua di rose.
Mi attende una settimanina, che non so se riuscirò a metterci mano.
Alla prossima
Marina
Sempre con il fiato sospeso!
RispondiEliminaMa cosa mai dovrà raccontare Darla?
Restiamo in attesa!
Un abbraccio e ... bravissima!
Maria
Ciao Maria :)
EliminaIn realtà state scoprendo un sacco di cose, è che gli episodi sono brevi. Mi capitava di provare questa sensazione quando vedevo un telefilm che mi piaceva, e avrei voluto vedere subito il seguito ;)
Un bacio!
Marina