sabato 1 aprile 2017

Darla & Daniel #16

Come promesso, ecco un altro episodio di Darla & Daniel.
Prendete fiato perché è un episodio lungo 😉
Buona lettura!

- Capitolo 16 -
Cal non vedeva l’ora di entrare in azione. Si sentiva messo in disparte negli ultimi tempi a causa di Daniel. Darla aveva avuto solo occhi per lui. Tuttavia non poteva lasciare la sua padroncina in quella inquietudine, e poi aveva un conto in sospeso con Samanta.
Conosceva il piano appena era nato nella testa di Darla, e nonostante fosse per lui pericoloso, non l’avrebbe mai abbandonata.
Lo scambio doveva avvenire in un capannone abbandonato ai confini della città, in piena campagna. Andarono nel luogo prestabilito con un’ora di ritardo, senza il vero pugnale ma con una copia quasi fedele. L’aveva realizzata suo padre, e avrebbe ingannato chiunque.
Darla entrò nel capannone con circospezione, temendo un assalto nel buio.
Vide Daniel seduto per terra con le mani legate dietro alla schiena e un bavaglio in bocca come il morso di un cavallo. Il suo sguardo non era affatto spaventato ma piuttosto pronto alla battaglia. Darla non riusciva ad immaginare cosa avrebbe potuto fare se avesse avuto le mani slegate in quel momento.
“Allora ti interessa questo bamboccio!”. Il duello aveva avuto inizio senza tanti preamboli.
“Non ci scommetterei troppo Samanta”. L’idea di Darla era quella di prendere più tempo possibile, tramite una serie di provocazioni e di stupidaggini. In fondo erano già le 22, doveva temporeggiare altre due ore.
“E allora cosa ci fai qui?”
“Sono venuta per tentare di convincerti a non commettere altre cazzate. La tua posizione non è delle migliori: sevizie su animali, sequestro di persona e cos’altro ancora?”
“Dammi il pugnale e non succederà nient’altro. Dipende tutto da te Darla, sei tu la causa di tutto ciò!”
“Dimenticavo: tentato furto, violazione di proprietà privata … ”
“Piantala Darla e dammi il pugnale! Ora.”
“Altrimenti?”
Samanta fece qualche passo nella sua direzione fissandola negli occhi con aria di sfida. Il luccichio della pupilla rivelava tutta la sua crudeltà, la stessa che si era attivata quando aveva aggredito Cal, ben nascosto dietro un palo di legno. Daniel era ora isolato. Senza farsi notare stava cercando di sciogliere i nodi alle mani, con piccoli movimenti rotatori. Quando sentì una leggera pressione sulle corde, pensò di essere stato scoperto da una del gruppo, ma l’umidità di un piccolo naso gli rivelò la presenza di Cal.
Si sentì immediatamente più sollevato nell’apprendere che Darla non era da sola ad affrontare quella sfida.
Con le unghie e qualche morso, Cal riuscì a liberare Daniel che saggiamente finse di essere ancora legato ed impedito per non far nascere alcun sospetto.
“So essere molto persuasiva” le disse Samanta rivolgendo lo sguardo in direzione di Daniel.
“Temo che ti servirà molto di più della persuasione”.
“Ho le mie risorse” risposte mostrandole una piccola fiala con dentro del liquido, probabilmente un veleno istantaneo.
“Accomodati, se riesci a farglielo bere!”
Sfruttando il fattore sorpresa Daniel scattò in piedi e mise un braccio intorno al collo di Samanta bloccandole l’avambraccio dietro la schiena. La fiala rovinò a terra e andò in frantumi.
Le due complici scattarono in soccorso della loro leader. Una aveva una catena tra le mani e la faceva roteare minacciosamente, e l’altra aveva un arco pronto a scoccare una freccia.
“Vedo che siete ben attrezzate” riuscì spiritosamente a dire Daniel.
Successe tutto in pochi istanti. Cal balzò sulla nuca della ragazza con l’arco, e le graffiò tutto il viso con vibrante soddisfazione. La ragazza reagì buttando il capo all’indietro e la freccia scoccò in direzione del soffitto, e subito dopo gettò l’arco a terra nel vano tentativo di liberarsi del felino che aveva irrimediabilmente compromesso i suoi occhi.
Daniel, con una tecnica imparata dal fratello maggiore arruolato nel corpo speciale dei Marines, fece una leggera pressione sul collo di Samanta che cadde svenuta a terra.
Darla neutralizzò l’altra ragazza lanciando il conteso pugnale, che le squarciò la mano fino a recidere il tendine, facendo cadere a terra la catena. Completò l’opera bloccandole le braccia dietro la schiena con delle manette.
“E a queste dovrai abituarti” sentenziò.
Darla richiamò a sé Cal che aveva reso ormai cieca la sua vittima. Nonostante il conflitto, Darla le prestò soccorso e chiamò un’ambulanza.
Poco dopo arrivarono suo padre e Zia Harriet con i rinforzi. La Polizia scortò le ragazze al pronto soccorso prima di schedarle e metterle in cella agli arresti.
Il pugnale fu sequestrato e catalogato come prova d’accusa a carico delle indagate. Darla e Daniel rilasciarono le loro dichiarazioni testimoniali ben consapevoli che sarebbero stati chiamati a deporre su tutta la vicenda in Tribunale.
Mancavano quindici minuti a mezzanotte quando salirono sulla macchina per far ritorno a casa.
“Dobbiamo sbrigarci Darla! Devi prendere possesso del pugnale, altrimenti sarà stato tutto invano”
“Sì lo so papà, ma sei tu alla guida della macchina, quindi dacci dentro con l’acceleratore!”
“Con piacere tesoro!”
Darla prese la mano di Daniel, e la strinse forte. “Quando arriviamo a casa, devo dirti una cosa” le sussurrò.
“Lo avevo intuito” disse lui con ironia.
“Okay, ma prometti di ascoltare tutta la storia prima di fuggire a gambe elevate?”
“Promesso”
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4 commenti:

  1. Oh, bene!!!!! Le tre str....uzzette sono sistemate!
    Ora dobbiamo solo scoprire cosa deve dire Darla... sem're più interessante, Marina!

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    Risposte
    1. Sistemate per il momento :D
      Samantha se l'è cavata troppo all'acqua di rose.
      Mi attende una settimanina, che non so se riuscirò a metterci mano.
      Alla prossima
      Marina

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  2. Sempre con il fiato sospeso!
    Ma cosa mai dovrà raccontare Darla?
    Restiamo in attesa!
    Un abbraccio e ... bravissima!
    Maria

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    Risposte
    1. Ciao Maria :)
      In realtà state scoprendo un sacco di cose, è che gli episodi sono brevi. Mi capitava di provare questa sensazione quando vedevo un telefilm che mi piaceva, e avrei voluto vedere subito il seguito ;)
      Un bacio!
      Marina

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